Area pazienti


Esistono numerori strumenti per la pulizia dei denti, ma i più importanti sono sicuramente lo spazzolino e il filo interdentale. Questi due strumenti permettono la rimozione meccanica della placca batterica, riducendo il rischio di infiammazione delle gengive. Nello specifico, lo spazzolino ideale dovrebbe avere un’appropriata dimensione del manico e della testina in rapporto alla dimensione della bocca e alle capacità del soggetto, setole a testa arrotondata in nylon o poliestere. Al momento, non esiste una tecnica di spazzolamento migliore delle altre. In linea generale, bisognerebbe lavare i denti almeno 2 volte al giorno, per almeno 5 minuti, cercando di seguire un “circuito di spazzolamento” all’interno della bocca e muovendo la testina dal “rosa” (gengiva) al “bianco” (dente). Importantissimo l’utilizzo del filo interdentale o simili (scovolino, in presenza di spazi interdentali ampi e mai nei settori anteriori della bocca), senza l’utilizzo dei quali 2 delle 5 superfici del dente non verrebbero pulite adeguatamente (Cortellini et al., 2005).

Fonti

Cortellini P, Chieffi S, Francetti L, Oreglia F, Rotundo R; Società Italiana di Parodontologia. Progetto terapia. 2004-2005.

Ricerche hanno dimostrato che il fluoro è efficace nella prevenzione delle carie quando è presente nella cavità orale in modo costante e a basse concentrazioni. Fonti di fluoro possono essere l’acqua fluorata, il sale, il latte, collutori e dentifrici (Petersen et al., 2004). Per persone ad alto rischio di carie, possono essere necessarie misure addizionali. L’uso moderato di fluoro è particolarmente indicato sotto i 6 anni di età, durante il periodo di formazione dello smalto dei denti anteriori (Adair et al., 2001).
Il consumo eccessivo di fluoro può portare degli effetti collaterali indesiderati. L’esperienza ha dimostrato che non è possibile raggiungere un’efficace prevenzione delle carie mediante il fluoro, senza avere alcuni gradi di fluorosi (che si manisfesta con macchie bianche-marroni sulla superficie dei denti), a prescindere dalla modalità di assunzione (Adair et al., 2001).

Fonti

Petersen PE, Lennon MA. Effective use of fluorides for the prevention of dental caries in the 21st century: the WHO approach. Community Dent Oral Epidemiol. 2004 Oct;32(5):319-21.
Adair SM, Bowen WH, Burt BA, Kumar JV, Levy SM, Pendrys DG, Rozier RG, Selwitz RH, Stamm JW, Stookey GK, Whitford GM, Allukian M Jr, Brown JP, Ciardi JA, Clark DC, Corbin SB, Easley MW, Evans CA, Heifetz SB, Heller KE, Ismail AI, Johnston DW, Kelsey JV, Lalumandier JA, Moss SJ, Newbrun E, Phipps KR, Ringelberg ML, Shulman JD, Swango PA, Vogel GR, Wefel JS, White BA. Recommendations for using fluoride to prevent and control dental caries in the United States. Centers for Disease Control and Prevention. MMWR Recomm Rep. 2001 Aug 17;50(RR-14):1-42.

Le carie dei denti sono una delle malattie croniche più diffuse tra bambini e adolescenti. Se non trattate, possono causare dolori durante la masticazione e infezioni.
Le sigillature dei denti sono sottili rivestimenti che vengono applicati nei solchi profondi delle superfici masticanti dei denti posteriori per proteggerli dalle carie. Le sigillature proteggono le superfici masticanti dei denti come uno scudo, tenendo lontano i germi e le particelle di cibo.
È raccomandata una valutazione visiva alla ricerca di cavità sulle superfici, la pulizia con spazzolino o strumenti professionali e l’applicazione di sigillature su superfici sane e lesioni iniziali. Queste raccomandazioni sono valide anche quando non è possibile assicurare dei controlli a distanza del bambino (Gooch et al., 2009).

Fonti

Gooch BF, Griffin SO, Gray SK, Kohn WG, Rozier RG, Siegal M, Fontana M, Brunson D, Carter N, Curtis DK, Donly KJ, Haering H, Hill LF, Hinson HP, Kumar J, Lampiris L, Mallatt M, Meyer DM, Miller WR, Sanzi-Schaedel SM, Simonsen R, Truman BI, Zero DT; Centers for Disease Control and Prevention. Preventing dental caries through school-based sealant programs: updated recommendations and reviews of evidence. J Am Dent Assoc. 2009 Nov;140(11):1356-65.

L’odonto-tecnico (“tecnico del dente”) è un professionista autorizzato unicamente a costruire protesi dentarie e apparecchi ortodontici, su modelli tratti dalle impronte loro fornite da odontoiatri e medici chirurghi abilitati all’esercizio dell’odontoiatria e protesi dentaria. È vietato agli odontotecnici di esercitare, anche in presenza di un odontoiatra o di un medico, alcuna manovra nella bocca del paziente. Si può diventare odontotecnici con un Diploma di Scuola Superiore, conseguito presso un Istituto Professionale (Regio Decreto 31 maggio 1928, n. 1334).
L’odonto-iatra (“medico del dente”) è un medico che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia delle malattie che colpiscono denti, bocca, ossa mascellari (mascellare superiore e inferiore o mandibola), articolazioni temporo-mandibolari e dei relativi tessuti. Per diventare un odontoiatra, è necessario frequentare per 5-6 anni il corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, presso un’Università. Possono esercitare la professione di odontoiatra anche alcuni medici chirurghi abilitati a questa professione (Legge 24 luglio 1985, n. 409).
L’orto-dontista o orto-gnato-dontista (“colui che allinea i denti e armonizza le ossa”) è un odontoiatra o un medico che si occupa della diagnosi e della terapia dei denti storti, preservando o ristabilendo l’armonia del viso e la corretta masticazione della bocca. Per diventare un ortodontista, dopo la Scuola Superiore e il corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, è necessario frequentare per altri 3 anni la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia, presso un’Università, oppure dedicarsi esclusivamente o prevalentemente a questa materia.
È possibile consultare i titoli di qualsiasi medico (lauree, abilitazioni, specializzazioni, master, dottorati) all’interno della sezione “ricerca anagrafica” del sito dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (https://application.fnomceo.it/Fnomceo/public/ricercaProfessionisti.public) o tramite l’applicazione “DentistInApp”, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone.

Fonti

Regio Decreto 31 maggio 1928, n. 1334 (GU n. 154 del 04/07/1928) Regolamento per l'esecuzione della legge 23 giugno 1927, n. 1264, sulla disciplina delle arti ausiliarie delle professioni sanitarie. Art. 11.
Legge 24 luglio 1985, n. 409 (GU n. 190 del 13/08/1985, suppl. ord.) Istituzione della professione sanitaria di odontoiatria e disposizioni relative al diritto di stabilimento ed alla libera prestazione di servizi da parte dei dentisti cittadini di stati membri delle comunità europee.
Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Ricerca professionisti [online] Available from https://application.fnomceo.it/Fnomceo/public/ricercaProfessionisti.public

La bocca può essere divisa in 4 parti o quadranti. La maggior parte degli individui presenta 20 denti da latte (5 per ciascun quadrante) e 32 denti definitivi (8 per quadrante).
Normalmente, i denti erompono nel seguente ordine:

  • Denti da latte: 6 mesi – 3 anni
  • Primi denti definitivi (incisivi e primi molari): 6 – 8 anni
  • Altri denti definitivi (canini, premolari e secondi molari): 10 – 13 anni
  • Terzi molari o denti del giudizio: variabile

Esiste una certa variabilità individuale nell’eruzione dei denti (più o meno 6 mesi). Al di fuori di questa variabilità, è consigliato consultare un ortodontista per un consulto (American Dental Association).

Fonti

American Dental Association. Eruption Charts [online] Available from https://www.mouthhealthy.org/en/az-topics/e/eruption-charts

È consigliabile una prima visita ortodontica appena è riconosciuto un problema ortodontico, non più tardi dei 7 anni. A partire da questa età, i bambini presentano un numero sufficiente di denti definitivi perchè un ortodontista possa valutare correttamente il loro sviluppo e quello delle ossa. Anche se i denti di un bambino possono sembrare dritti, ci potrebbe essere un problema ortodontico che solo uno specialista può individuare. Un ortodontista ha l’esperienza per riconoscere piccoli problemi quando pochi denti permanenti sono presenti.
Un controllo dall’ortodontista potrebbe rivelare che non è necessario un trattamento immediato, ma che il paziente potrebbe beneficiare di un trattamento ortodontico in futuro. In questi casi, è raccomandato fare dei controlli periodici ogni 6-12 mesi per monitorare la crescita dei denti e delle ossa.
Se esiste un’età “entro cui” eseguire una prima visita ortodontica, non esiste un’età “oltre la quale” non è possibile consultare un ortodontista. Infatti, non è mai troppo tardi per una visita ortodontica (American Association of Orthodontics; Ministero della Salute, 2017).

Fonti

American Association of Orthodontics. Frequently Asked Questions [online] Available from https://www.aaoinfo.org/frequently-asked-question
Ministero della Salute. Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia. 2017.

È consigliabile consultare un ortodontista in presenza dei seguenti problemi (American Association of Orthodontics; Ministero della Salute, 2017):

  • Denti storti o spaziati
  • Denti sporgenti o arretrati (“II e III classi”)
  • Denti superiori che chiudono all’interno rispetto ai denti inferiori (“crossbite”)
  • Spazio eccessivo o ridotto tra i denti anteriori superiori e inferiori (“open” e “deep bite”)
  • Succhiamento prolungato (oltre i 6 anni) del pollice, delle dita o del ciuccio
  • Esposizione eccessiva della gengiva durante il sorriso
  • Perdita precoce o tardiva dei denti da latte
  • Denti mancanti o in più
  • Asimmetrie della bocca o del viso
  • Rumori o dolori dell’articolazione della mandibola
  • Digrignamento o serramento dei denti
  • Respirazione con la bocca
  • Apnee ostruttive del sonno

Alcuni di questi problemi possono essere trattati dal solo ortodontista, altri richiedono un trattamento multidisciplinare in collaborazione con altri colleghi dentisti, medici e professionisti sanitari (pediatri, otorinolaringoiatri, fisioterapisti, logopedisti, neurologi, etc.).

Fonti

American Association of Orthodontics. Frequently Asked Questions [online] Available from https://www.aaoinfo.org/frequently-asked-question
Ministero della Salute. Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia. 2017.

Non esiste un’età ideale per iniziare un trattamento ortodontico, dal momento che denti sani possono essere allineati a qualsiasi età. Sarebbe meglio trattare in una prima fase di trattamento (7-11 anni) problemi come il palato stretto (Agostino et al., 2014), un mascellare superiore troppo arretrato (Watkinson et al., 2013) o avanzato (Thiruvenkatachari et al., 2013), alcuni problemi di eruzione dei denti (Sunnak et al., 2015). Il completamento della correzione della malocclusione e dell’allineamento dei denti sono, invece, gli obiettivi principali della seconda fase di trattamento (12 anni e oltre), quando sono erotti tutti i denti definitivi.
Un ortodontista esperto, supportato dalla migliore ricerca scientifica, conosce l’età migliore per affrontare ciascun problema ortodontico, informa il paziente e/o i genitori sui vantaggi e sugli svantaggi di un trattamento precoce o tardivo, guida nelle scelte di trattamento per raggiungere il miglior risultato estetico e funzionale.

Fonti

Agostino P, Ugolini A, Signori A, Silvestrini-Biavati A, Harrison JE, Riley P. Orthodontic treatment for posterior crossbites. Cochrane Database Syst Rev 2014;8:CD000979.
Watkinson S, Harrison JE, Furness S, Worthington HV. Orthodontic treatment for prominent lower front teeth (Class III malocclusion) in children. Cochrane Database Syst Rev 2013;9:CD003451.
Thiruvenkatachari B, Harrison JE, Worthington HV, O'Brien KD. Orthodontic treatment for prominent upper front teeth (Class II malocclusion) in children. Cochrane Database Syst Rev 2013;11:CD003452.
Sunnak R, Johal A, Fleming PS. Is orthodontics prior to 11 years of age evidence-based? A systematic review and meta-analysis. J Dent. 2015 May;43(5):477-86

La durata del trattamento ortodontico dipende dal tipo e dalla gravità della malocclusione, dalla risposta al trattamento e dal grado di collaborazione (Mavreas and Athanasiou, 2008). Una prima fase di trattamento (7-11 anni) può avere una durata di circa 1-2 anni, mentre la seconda fase di trattamento, quando sono presenti tutti i denti definitivi (12 anni e oltre), può durare dai 6 mesi nei casi più semplici ai 2 anni in quelli più complessi (Tsichlaki et al., 2016). Uno studio iniziale dei problemi del paziente permette di stimare al meglio quella che potrà essere la durata del trattamento ortodontico.

Fonti

Mavreas D, Athanasiou AE. Factors affecting the duration of orthodontic treatment: a systematic review. Eur J Orthod. 2008 Aug;30(4):386-95.
Tsichlaki A, Chin SY, Pandis N, Fleming PS. How long does treatment with fixed orthodontic appliances last? A systematic review. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 2016 Mar;149(3):308-18.

Un apparecchio di mantenimento o contenzione è un apparecchio che cerca di “mantenere” l’allineamento dei denti raggiunto alla fine del trattamento ortodontico. Gli apparecchi di mantenimento possono essere fissi, solitamente “incollati” dietro la superficie dei denti, o rimovibili. Gli apparecchi rimovibili possono essere a loro volta delle mascherine trasparenti che avvolgono la superficie dei denti o altri tipi di apparecchi ortodontici. Sebbene non esista un consenso unanime sulla durata di utilizzo degli apparecchi di mantenimento, i protocolli più accreditati consigliano di mantenere questi apparecchi, soprattutto quelli inferiori, il più a lungo possibile. Per quanto riguarda gli apparecchi rimovibili, è indicato indossarli almeno di notte per i primi anni dopo il trattamento ortodontico, dopodichè è possibile ridurre gradualmente il loro utilizzo (Littlewood et al., 2016).
Senza gli apparecchi di mantenimento, i denti potrebbero tornare nella loro posizione iniziale. I denti, infatti, tendono a muoversi durante tutto l’arco della vita. I denti inferiori si muovono più facilmente rispetto a quelli superiori (Steinnes et al., 2017).

Fonti

Littlewood SJ, Millett DT, Doubleday B, Bearn DR, Worthington HV. Retention procedures for stabilising tooth position after treatment with orthodontic braces. Cochrane Database Syst Rev. 2016 Jan 29;(1):CD002283.
Steinnes J, Johnsen G, Kerosuo H. Stability of orthodontic treatment outcome in relation to retention status: An 8-year follow-up. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 2017 Jun;151(6):1027-1033.

La Medicina basata sull’evidenza scientifica o sulle prove di efficacia (Evidence-Based Medicine, EBM) rappresenta un approccio relativamente recente e sensibilmente diverso da quello storicamente utilizzato in ambito sanitario. Concettualmente, la EBM si basa su tre principi: migliore evidenza scientifica, esperienza clinica, valori ed aspettative del paziente.
Per prima cosa, il processo ottimale per prendere una decisione clinica richiede la conoscenza della migliore evidenza scientifica disponibile. Questa non può venire dal resoconto di un singolo caso clinico, bensì da complessi studi con attente progettazioni e sofisticati strumenti di analisi dei dati. Al vertice di quella che viene chiamata la “piramide dell’evidenza” si trovano le revisioni sistematiche della letteratura, cioè riassunti rigorosi di tutti gli studi presenti. Inoltre, la Medicina basata sulle prove di efficacia suggerisce quanto la certezza scientifica debba essere integrata con l’esperienza clinica individuale del medico. Il ruolo del medico, quindi, rimane centrale in questo nuovo approccio. Infine, la sola evidenza non è mai sufficiente per prendere una decisione clinica. Qualsiasi scelta medica deve sempre prendere in considerazione i valori e le preferenze del paziente. Quest’ultimo non è coinvolto solo nella scelta del trattamento, ma può far parte anche dei progetti di ricerca, ad esempio nell’individuazione delle priorità della ricerca e nella diffusione al pubblico dei risultati degli studi (Sackett et al., 1996).

Fonti

Sackett DL, Rosenberg WM, Gray JA, Haynes RB, Richardson WS. Evidence based medicine: what it is and what it isn't. BMJ. 1996 Jan 13;312(7023):71-2.

Sorrisi

“Metto il paziente sempre a conoscenza in modo chiaro del problema ortodontico, delle possibili alternative e degli obiettivi di trattamento.”